L’endodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa di ciò che è all’interno dei denti, la polpa. La polpa dentaria è presente in tutta la lunghezza delle radici dei denti ed è ricca di vasi sanguigni e nervi. Quando è presente un’infezione dentale batterica che intacca la polpa del dente si agisce mediante trattamento endodontico andando a rimuovere il nervo infiammato o infetto e sostituendolo con una otturazione permanente in guttaperca e cemento canalare. L’endodonzia è l’unica disciplina in odontoiatria dove si lavora “al buio”. Immaginate di dover trattare una carie, mettere un impianto o togliere un dente ad occhi chiusi…ecco questo è quello che succede in endodonzia.
Grazie però alle scoperte degli ultimi anni l’endodonzia risulta più sicura, accurata e più predicibile. Tra queste annoveriamo:
- Il microscopio, che permette di vedere con un ingrandimento fino a 20 volte superiore quello che prima non si riusciva a vedere e di preparare la cavità di accesso ai canali in modo sicuro, consente così di trovare tutti i canali dei denti e facilitando alcune diagnosi, ad esempio l’osservazione di rime di frattura. Sulla base di diversi studi scientifici si è potuto constatare che l'utilizzo di un microscopio può migliorare l'esito dei trattamenti canalari chirurgici e non chirurgici in modo significativo soprattutto nei casi di elementi dentali con complessità anatomica.
- Le immagini digitali, che aiutano a leggere le immagini in forma più chiara e dettagliata.
- Il localizzatore apicale, uno strumento ad elevata precisione che permette di identificare la lunghezza della radice dei denti.
- Strumenti di sagomatura endodontica meccanici in NiTi Nichel Titanio, che, grazie ad una maggiore elasticità, hanno reso la sagomatura più prevedibile, sicura ed efficiente.
- TAC Cone Beam 3D, una moderna tecnologia diagnostica che sfrutta i raggi X e consente di riprodurre sezioni o strati dei denti ed effettuare quindi elaborazioni tridimensionali permettendo di ottenere informazioni anatomiche dettagliate del dente e delle strutture adiacenti.
Tutte queste nuove tecnologie hanno fornito agli specialisti un nuovo livello di competenza e fiducia per ottenere risultati sempre migliori e più predicibili per i pazienti. Finalmente potremmo dire ”di vedere la luce”.
Dr. Miguel Rebelo e Dr. Francesco Ravasini