Il Patto Sociale per Parma

La presentazione del patto partecipato tra Comune, Università, Aziende Sanitarie, rappresentanti del Terzo Settore, sindacati, mondo associativo e economico di Parma per affrontare in modo innovativo ed efficace i bisogni sociali.

Patto Sociale ParmaSalute

È stato presentato oggi in due distinti momenti il Patto Sociale per Parma: un patto partecipato che vede coinvolti ComuneUniversità degli StudiAziende Sanitarierappresentanti del Terzo Settoresindacatimondo associativo ed economico della città di Parma e per affrontare in modo innovativo ed efficace i bisogni sociali, a fronte delle nuove povertà ed alle criticità, acuite della pandemia, dalla guerra in Ucraina e dai conseguenti rincari energetici.

Il primo momento di discussione si è svolto alla mattina in Municipio, alla presenza del sindaco Michele Guerra, dell’assessore Regionale alle Politiche per la Salute Raffaele Donini, dell’assessore alle Politiche Sociali Ettore Brianti, del commissario straordinario Ausl e direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Massimo Fabi, del consigliere incaricato per le Politiche di integrazione tra Ospedale e Territorio Antonio Nouvenne, dei coordinatori dei gruppi tematici e dell’Osservatorio del Welfare – Università di Parma e dei componenti della Cabina di regia: un workshop tecnico con la partecipazione anche dei componenti della VI Commissione Consiliare “Sanità, Welfare e lavoro”, presieduta dalla consigliera Anna Rita Maurizio.

“Le politiche sociali – ha detto il sindaco Michele Guerra – sono al centro del nostro programma di mandato: è trascorso un anno dall’inizio della nostra Amministrazione ed è stato un anno di intenso lavoro sinergico con tutti gli enti e le realtà del territorio per migliorare l’efficienza degli interventi, dei servizi e delle politiche di welfare: un ambito sul quale dobbiamo essere uniti per dare una risposta forte alla città. In questo momento in particolare è necessario concentrare e incrementare tutti i nostri sforzi in questo senso”.

“Questo patto – ha commentato l’assessore regionale Raffaele Donini - rappresenta una alleanza, una comune assunzione di responsabilità, capace di mettere in campo proficuamente quelle che sono le prerogative di enti pubblici e privati e di tutti gli attori del territorio che quotidianamente investono competenze e risorse in favore della sfera sociale e sanitaria, la cui interazione stretta è stata pienamente colta e sviluppata dai vostri tavoli di lavoro di questi mesi. Ne è nato il Patto Sociale di Parma: una grande alleanza che può rappresentare un modello virtuoso a livello regionale e nazionale”.

“Il Patto Sociale per Parma – ha detto l’assessore Ettore Brianti - è frutto di un cammino di molti mesi basato sull’impegno e il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse, attraverso una sinergia operativa trasversale che ci ha portato al risultato che presentiamo oggi: un Patto fondato sull’integrazione socio – sanitaria e l’innovazione sociale che è aperto al contributo e alla partecipazione di tutti”.

Nel pomeriggio, nella sala Ipogea del Paganini, il Patto è stato presentato alla città e agli stakeholders, con un video e una serie di tavole rotonde e interviste per illustrare principi, obiettivi e sviluppo del Patto Sociale per Parma. Il programma ha previsto l’introduzione del sindaco Michele Guerra; la presentazione del “Patto Sociale per Parma” a cura dell’assessore alle Politiche Sociali Ettore Brianti; la presentazione della cabina di regia e la presentazione dei progetti prioritari del “Patto Sociale per Parma” a cura dei coordinatori dei gruppi tematici e dell’Osservatorio del Welfare dell’Università di Parma e gli interventi degli stakeholder della città. Le conclusioni sono state affidate al Sindaco e all’assessore Brianti.

Anche la comunità di Parma si trova ad affrontare nuovi e impellenti problemi: l’aumento delle disuguaglianze socio-economiche, nuove forme di discriminazione e ritiro sociale, inediti fenomeni migratori, invecchiamento della popolazione, incremento della disabilità cognitiva anche in età infantile, denatalità e scadente senso di appartenenza a una comunità.

Il Comune di Parma, per affrontare e vincere queste sfide, guidando e non subendo i cambiamenti, ha deciso di ingaggiare e riconnettere la propria comunità territoriale di riferimento, chiamandola alla stipula del “Patto Sociale per Parma”.

Gli obiettivi sono:

stipulare un nuovo patto sociale, che metta al centro il benessere delle persone in senso ampio (fisico, abitativo, lavorativo, ambientale, sociale, sportivo, culturale), in un momento storico che ha visto stravolte molte delle misure tradizionali di assistenza, per sostenere in particolare le categorie più fragili, generando nuove opportunità per i giovani e migliorando la rete di supporto ai cittadini in difficoltà, disabili, con disturbi cognitivi in tutte le età della vita e ai loro caregivers;

mettere a punto politiche di rigenerazione sociale che vedano lo strumento della partecipazione attiva dei cittadini come metodo centrale, grazie anche al sostegno al mondo dell’associazionismo in una logica di restituzione sociale, sia in termini assistenziali che di iniziative legate alla rivitalizzazione e cura degli spazi pubblici;

- favorire una sempre migliore appropriatezza nell’uso delle importanti risorse economiche nazionali, regionali e comunali destinate al welfare (sul Bilancio Comunale, si tratta complessivamente di quasi 51 milioni di euro, che provengono da fonti di finanziamento nazionali, regionali e comunali, che servono per garantire servizi residenziali e domiciliari per persone non autosufficienti, servizi per minori e famiglie, grave emarginazione e povertà, servizi sperimentali per disabili e anziani, così come interventi a livello territoriale in collaborazione con il Terzo Settore) per intercettare precocemente i nuovi bisogni, consolidare gli interventi esistenti e programmare gli sviluppi futuri con il metodo della programmazione partecipata;

dare impulso all’avvio di rapporti di partenariato con le realtà economiche-produttive del territorio, per il reperimento di risorse da destinare a progetti specifici, in un rapporto di collaborazione intesa in termini di partnership e di sussidiarietà.

Il Patto Sociale per Parma unisce il lavoro di tecnici qualificati del settore socio-sanitario, la visione politica dell’Amministrazione e la progettualità e le idee del Terzo Settore, della cooperazione sociale e dei cittadini.

Costruire un Patto per la salute e il benessere di comunità vuol dire difendere l’esistente che funziona, pur cogliendone i punti critici e di miglioramento e valorizzare l’importanza di ogni singolo componente del sistema per promuovere la salute come bene comune della città.

Il Patto Sociale per Parma, quindi, intende essere punto d’incontro di operatori del pubblico e del privato, di pazienti e familiari, di cittadinanza attiva, delle diverse forze istituzionali, sociali, economiche, culturali e associative della città, per costruire una sinergia capace di rigenerare senso collettivo attorno al tema della salute.

Oltre 120 persone hanno lavorato per la costruzione del Patto Sociale per Parma. Il metodo di costruzione e attuazione del Patto, infatti, si basa sul principio della programmazione partecipata, attraverso una “Cabina di regia” (presieduta dall’Assessore alle Politiche Sociali Ettore Brianti e composta da rappresentanti delle Direzioni delle Aziende Sanitarie, del Comune, del terzo settore, della cooperazione e delle organizzazioni sindacali), l’istituzione di un Osservatorio per il Welfare dell’Università di Parma per lo studio del contesto e il monitoraggio periodico quali-quantitativo dei risultati e Tavoli tecnici integrati tra sociale, sanitario e cooperazione/Terzo Settore.

Le tematiche iniziali affrontate dai Tavoli tecnici nel percorso partecipato del Patto Sociale hanno riguardato: Case di Comunità; Dimissioni difficili e protette; Famiglia e genitorialità; Disturbi di Salute Mentale (DSM) e disabilità; Disturbi di Salute Mentale (DSM) e fragilità.

Ciascun tavolo ha effettuato una revisione della normativa attuale, delle prassi esistenti, delle criticità e delle ipotesi di miglioramento e ha identificato progetti prioritari sui quali si potrà lavorare già dai prossimi mesi.

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