La risposta alle medicine cambia nei due sessi. La dimensione degli organi e la diversa concentrazione di sostanze (enzimi) in grado di interagire con i farmaci cambiano l'efficacia delle cure.
Le dosi terapeutiche di un farmaco, del resto, si ricavano quasi esclusivamente da studi su uomini caucasici di trent'anni e 70 chili di peso. La donna quindi finisce per assumere la stessa quantità di farmaco testata nel giovane uomo senza considerare che lei, in media, pesa circa 10 chili in meno e, in base all'età, ha una massa grassa superiore del 25-40 per cento. In realtà anche l'uomo, l'anziano, la persona sovrappeso o sottopeso rischiano di assumere troppo o troppo poco farmaco, esponendosi così al rischio di reazioni avverse, nel primo caso, e di inefficacia terapeutica, nel secondo.
Il fegato che, come si sa, ha un ruolo importante nel metabolismo dei farmaci, presenta differenze fisiologiche tra maschio e femmina. Le donne sono particolarmente sensibili al danno epatico provocato dai farmaci e sono più suscettibili alle reazioni avverse da terapie antitumorali. In più lo smaltimento del farmaco nelle donne è influenzato da fattori come la menopausa, la gravidanza e le mestruazioni. La relazione tra tossicità dei farmaci anti cancro e influenze ormonali meriterebbe per questo di essere approfondita.
Per questi motivi è necessario passare da un concetto di Medicina di Genere a quello di Medicina Genere – specifica.