I due sessi, come è noto, hanno differenze anotomico-funzionali che però la medicina ha sempre considerato solo a livello di organi sessuali. In realtà, il cervello maschile ha più cellule, quello femminile ha invece più connessioni intracellulari. Le donne hanno più problemi ai piccoli vasi delle coronarie del cuore, mentre gli uomini hanno disturbi soprattutto ad arterie e vene di calibro maggiore.
I disturbi cardiovascolari causano più del 50 % delle morti nei Paesi occidentali, ma mentre queste patologie, negli ultimi decenni, sono diminuite nell'uomo, nella donna sono aumentate. Secondo gli esperti, una ragione per cui le malattie cardiovascolari sono sottodiagnosticate e sottotrattate nelle donne é dovuta alla diversità dei sintomi con cui si manifestano le malattie.
L’infarto, ad esempio, nelle donne può esordire con sintomi quali nausea, vomito, difficoltà di respiro, dolore alla mascella, stanchezza, palpitazioni, senso di svenimento (lipotimia) piuttosto che con il tipico dolore toracico costrittivo retro sternale che si irradia all’interno del braccio sinistro, con cui si manifesta nell’uomo. Secondo i dati del Ministero della Salute, l’ictus è la terza causa di morte nel genere maschile e la seconda in quello femminile. Spesso l’ictus lascia danni più gravi nelle donne nonostante la terapia trombolitica, utile a sciogliere il coagulo che blocca il flusso di sangue in un’area del cervello, sia più efficace in loro. Probabilmente, anche in questo caso, i sintomi iniziali come la confusione mentale, difficoltà ad articolare le parole, vengono sottovalutati e le donne giungono più tardi in ospedale. Sono molte le differenze anatomiche ed elettrofisiologiche individuate nei due sessi da studi recenti.
Il genere femminile è più colpito da malattie neurologiche (cefalea, depressione) e del sistema immunitario (sclerosi multipla, artrite reumatoide).
L'uomo soffre soprattutto di patologie oncologiche (32,1% delle morti contro il 23,8% delle donne). Le donne dopo i 65 anni hanno un rischio che è due volte più grande degli uomini di ammalarsi di Alzheimer o demenza. Sul versante respiratorio, la brocopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), sempre considerata tipica del sesso maschile, colpisce quasi il doppio delle donne che, a parità di sviluppo, in base al volume di respiro, presentano sintomi più debilitanti degli uomini. L’artrosi colpisce l’uomo soprattutto prima dei 45 anni, mentre nella donna si manifesta dopo i 55.
Sul fronte del sistema immunitario, le malattie autoimmuni della tiroide e la sclerodermia, presentano una frequenza 7-10 volte più elevata nelle donne rispetto agli uomini.
Meno significativa, anche se sempre a svantaggio delle donne, è la prevalenza di malattie quali l’artrite reumatoide, la sclerosi multipla e la miastenia grave, che sono 2-3 volte più frequenti nelle donne rispetto agli uomini.
Di contro ci sono alcune malattie considerate tipicamente femminili che, spesso, non sono considerate negli uomini. Un esempio è l'osteoporosi, che colpisce prevalentemente le donne, ma è una minaccia anche per gli uomini anziani che, in seguito a fratture importanti, quali quelle dell'anca e del femore, hanno conseguenze più gravi e una mortalità più alta.
Allo stesso modo la depressione sembra essere meno frequente negli uomini probabilmente perché non si considera che essi tendono a ritardare il ricorso all'assistenza sanitaria. Inoltre, poiché gli studi sono stati condotti prevalentemente sulla popolazione femminile, l'accertamento della malattia psichiatrica negli uomini è più complessa perché non presentano i disturbi (sintomi) indicati dalle linee guida attuali.