La carie dentale è una delle patologie croniche più diffuse al mondo, è una malattia degenerativa di origine multifattoriale, che riguarda l’individuo in ogni tappa della sua vita. Il segno clinico della malattia, preceduto da molteplici cambiamenti nella flora batterica, è rappresentato dalla demineralizzazione dei tessuti duri, dalla quale ne consegue la formazione di lesioni tipo white spot fino ad arrivare a cavitazioni vere e proprie, a seconda del tempo trascorso.
Fattori di rischio
L’eziologia della carie è influenzata da vari fattori quali la composizione del biofilm orale, la dieta dell’individuo, la suscettibilità dell’ospite, lo status socioeconomico, il livello di igiene orale, l’utilizzo di prodotti fluorati ecc. La presenza di questa moltitudine di fattori rende complessa la valutazione del rischio di sviluppare lesioni cariose nel singolo paziente perché viene effettuata combinando tutti i fattori indicati. L’aumento di batteri cariogeni nella flora batterica, l’adottare una dieta inadeguata e altri fattori legati all’ospite (flusso salivare, igiene orale, prodotti fluorati), sono considerati fattori importanti per l’insorgere della patologia.
Batteri: subito dopo le metodiche di igiene orale, sugli elementi dentali si forma una pellicola composta da matrice extracellulare che ricopre il tessuto dentale. Quest’ultima viene colonizzata, con il passare delle ore, da vari microrganismi dando come risultato la formazione di un biofilm la cui composizione tende a variare durante il corso della vita, favorendo o meno lo sviluppo di lesioni cariose. I batteri utilizzano tutti i carboidrati fermentabili, introdotti tramite la dieta, come substrati per la formazione di acido lattico ed altri acidi organici, responsabili del processo di demineralizzazione. La demineralizzazione dei tessuti duri, responsabile della distruzione dello smalto, avviene nel momento in cui il pH scende al di sotto della soglia limite (5.5).
Dieta: studi scientifici hanno dimostrato come il consumo di zuccheri sia fortemente associato allo sviluppo della patologia cariosa. Il carboidrato più facilmente fermentato dai batteri è il saccarosio seguito da glucosio, maltosio, fruttosio e lattosio. Una dieta ricca di carboidrati fermentabili somministrati ad alte frequenze manterrà un pH basso, impedendo alla saliva di esercitare la sua azione tampone. Per tali ragioni si sconsiglia fortemente l’assunzione di bevande e cibi contenenti carboidrati semplici fuori dai pasti principali.
Ospite: la suscettibilità dell’ospite dipende da vari fattori di cui il più importante è il flusso salivare. La saliva gioca un ruolo critico nello sviluppo della carie; grazie alla sua capacità di detersione e di tampone verso gli acidi prodotti dai batteri, aiuta a rallentare il processo di demineralizzazione; contemporaneamente grazie alla presenza di ioni calcio, ioni fosfato e fluoro si favorisce il processo di remineralizzazione dei tessuti. Sono presenti, inoltre, sistemi antimicrobici (lisozima, perossidasi) e immunitari (IgA secretorie) che svolgono un ruolo fondamentale nel controllo della flora cariogena.
Cosa fare?
La maggior parte dei fattori di rischio sono legati all’alimentazione e derivano da errate abitudini famigliari. Un’informazione corretta ed una motivazione adeguata possono modificare tali abitudini. Si consiglia una visita dal dentista in età pediatrica che, insieme ad un intervento tempestivo, può prevenire l’insorgenza della carie con un’igiene professionale accurata e, se necessaria, la sigillatura dei solchi dentali.
Dr.ssa Magia Hofit e Dr. Francesco Ravasini