Quale distanza tenere da uno schermo?
La distanza da tenere dovrebbe essere 2 volte e mezzo la diagonale dello schermo, ma in linea di massima bisognerebbe tenere il cellulare a 40 cm dagli occhi, lo schermo del pc a 60 cm e il televisore tra i 2 e i 3 metri.
Quanto tempo massimo trascorrere davanti a uno schermo?
Il limite dipende soprattutto dalle condizioni ambientali, ad esempio l’illuminazione non dovrebbe essere esclusivamente originata dallo schermo, è preferibile una luce indiretta che arrivi dal soffitto.
Quante ore può passare un ragazzo di 16 anni tra cellulare e pc?
Sarebbe bene che i ragazzi, dopo avere trascorso del tempo davanti a uno schermo, trascorressero altrettanto tempo all’aperto o a fare attività sportiva, perché un occhio che guarda sempre da vicino tende a diventare miope.
Troppe ore davanti al pc possono causare un abbassamento della vista?
Il cristallino, un organo presente nel nostro occhio che regola la messa a fuoco permettendo di vedere da lontano e da vicino, tende a diventare sempre più rigido col passare degli anni, tanto che con l’età tende a comparire la presbiopia, ovvero la difficoltà a vedere da vicino. Costringendo il cristallino a guardare a lungo da vicino, soprattutto dopo i 30 anni, tenderà a fare sempre più fatica a tornare nella posizione di riposo, che è quella che permette di vedere lontano.
Gli occhiali che filtrano la luce blu sono efficaci?
Gli schermi led di ultima generazione emettono una luce blu meno dannosa rispetto a quella emessa dai tubi catodici, per cui necessitano meno di filtri.
E’ meglio leggere al pc al buio o con la luce accesa? Come regolare la luminosità dello schermo?
La bassa luminosità dei cellulari, che permette di risparmiare batteria, costringe la pupilla a dilatarsi, rendendo più difficoltosa la visione da vicino, per cui per non sforzare troppo gli occhi è meglio tenere la luminosità al massimo.
Per il computer bisogna sempre avere una luce d’ambiente perché il contrasto tra la luminosità dello schermo e il buio dell’ambiente circostante fa sì che la pupilla, che ad una certa distanza dallo schermo vede sia lo schermo illuminato che parte dell’ambiente buio, non abbia mai un adattamento perfetto.